Arte e politiche urbane nella città neoliberista/Art and urban policies

Situazione

Ci troviamo in un’epoca in cui il ruolo dei governi appare prevalentemente, quello di provvedere a creare le condizioni migliori per l’applicazione delle leggi di mercato - spesso con l’intenzione utopica di neutralizzare ogni tipo di antagonismo sociale e distribuire la felicità per tutti nella mainera più efficiente e sostenibile – se non nell’immediatezza, almeno sulla lunga distanza. (BAVO 2007) In questo contesto emerge l’arena di una contesa, di una conflittualità tra diversi interessi e attori che siedono al tavolo delle decisioni sulle trasformazioni della città. Gruppi di potere economico, interessi politici, interessi di categorie particolari, interessi dei cittadini - si scontrano e si contendono lo spazio e le sue modalità d'uso e sfruttamento. In questa trattativa asimmetrica il bene comune e quello in particolare dei cittadini, sono regolarmente snobbati per favorire gli interessi degli investitori privati. Una deriva neoconservatrice e neoliberista che privatizza e travolge le politiche urbane, mortifica la vita democratica e crea spazi di esclusività che balcanizzano i rapporti tra i diversi ceti sociali (gentrification, displacement). Ogni paese, in relazione alla propria struttura culturale e socioeconomica, esprime un diverso grado e qualità di questa contesa, anche in rapporto alle diverse strategie di consolazione della cittadinanza a base culturale.
I teorici urbani BAVO definiscono questa forma di conflitto impossibile come la relazione tra democrazia ed espertocrazia. (BAVO 2007)
Ruolo dell’arte
Ma quale può essere il ruolo dell’arte (relazionale, site-specific, pubblica, documentativa e di ricerca) e delle diverse pratiche informali nella contesa qui in discussione? E’ l’arte anche un dispositivo per stimolare la proattività della cittadinanza e contribuire a riequilibrare I pesi al tavolo delle trattative? E’ l’arte un termometro della contesa? Proprio il ruolo ambivalente e mutevole dell’arte ne determina la capacità di raccontare la realtà, metterne in evidenza le contraddizioni e contribuire a combatterle, oppure adagiarsi alla costante della rappresentazione del potere dominante.. Negli anni ‘70 del 1900 il critico e
curatore E. Crispolti aveva richiesto all’arte “….un impegno sociale non risolvibile dentro il territorio del linguaggio, ….ma espanso nello spazio urbano quale “campo operativo”, inteso non soltanto come area fisica collettiva, ma come spazio sociologico, come rete di comunicazione di massa, come funzione e gestione sociale di tale spazio..”, un pensiero da considerare paradigma dell’arte relazionale, ma anche una riflessione sulla “politicità” dell’arte specialmente quando esperita nello spazio pubblico. (Campitelli 2008).
BAVO, a cura di BAVO, Urban Politics Now, Re-imagining Democracy in the Neoliberal City, NAi Publishers, 2007
Maria Campitelli, a cura di Maria Campitelli, Public Art a Trieste e dintorni, SilvanaEditoriale, 2008
Immagine: Notte delle Arti Contemporanee (“Contemporary Arts 2010“) Proiezione delle foto delle opere sulla facciata di un palazzo della piazza Editing Immagini : Francesca Gentile e Gemma Santi Musiche dal vivo al violoncello e arrangiamenti: Lamberto Curtoni

Estratto dal lavoro del Dipartimento di Progettazione Urbana e di Urbanistica dell’Università Federico II, che promuove una serie periodica d’incontri al fine di mettere a confronto ricerche, piani e progetti su argomenti fondamentali per il miglioramento dell’ambiente abitato, la progettazione dello spazio sociale e il governo del territorio. Arte e politiche urbane nella città neoliberista [disp.ONLINE]
di Danilo Capasso in: "Abitare il futuro… dopo Copenhagen" GIORNATE INTERNAZIONALI DI STUDIO, Napoli 13-14 Dicembre 2010

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