Intervista a ...(parte I)

In questo mondo lascerei

tutto quel che di bello c’è ed è stato

creato tra passato e futuro.



Nell’immaginario onirico tutto può accadere, ma al risveglio puoi dimenticare; non fu questo il caso. Senza sosta, rapito dal mio stesso sogno e dal mio interlocutore (A) che con aria alta e sofisticata mi poneva delle curiose domande con garbo ed eleganza. Dentro un’enorme libreria caratterizzata dal colore del legno scuro ed illuminata da lampade di luce calda e accogliente. Ma un finestra, in fondo, mi indicava quando fosse arrivato il tempo del sole o della luna.

Un dialogo pieno di contenuti risoluti e veri ma allo stesso tempo poneva i dubbi del mio tempo. Nulla era scontato e tutto mi meravigliava, la curiosità dei quesiti mi tenevano intrappolato nel sogno, ma un’assurda irrequietezza del non sapere perché io fossi li e perché quello strano tipo mi facesse quelle domande.


A chiese a B: quali sono i mutamenti del suo tempo ?


B: (e lì che rimasi un po stupito dalla domanda intima ma allo stesso tempo curiosa. Decisi di rispondere al mio curioso interlocutore con ragionevole tranquillità.)

Vedo i mutamenti del tempo, ogni giorno, le città sono sempre più svuotate dai giovani eruditi e riempite dall’anziana ignoranza. Pochi gli eventi interessanti e tanta l’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto. Nella città in cui vivo oggi, per amore e per necessità, ci sono più anziani che giovani, che ormai, al massimo prendono un cane. È per questo, ogni mattina d’estate il fetore invade le mie narici come fosse inferno.

Non ci sono parchi pubblici e se ci sono, sono pochi, mal distribuiti o chiusi in corti private. Vado in palestra regolarmente e lascio parte del mio stipendio li. Percepisco la mancanza di spazi aperti, dove poter correre liberamente e fare qualche esercizio. Ad oggi penso che sia il mio ventesimo trasloco ed ogni volta sono costretto a pagare per correre. Se provo per strada le automobili ti sfrecciano davanti con conducenti al cellulare. Il biossido di carbonio si diffonde nei polmoni. Le strisce pedonali servono per individuare meglio l'obiettivo. Mancano alberi, manca un parco dove poter respirare. Cerniere su cerniere di strade insensate e senza meta. Cemento della nuova periferia invasa sempre più da nuovi mondezzai. Ecco dove si arriva, parlando del nostro mio tempo. È rimasto ben poco se non le giovani menti resilienti che rimangano per riparare tutto quello che è stato distrutto (se te lo lasciano fare).


A chiese quindi: dove le piacerebbe vivere ?


B: sarebbe meraviglioso vivere in un Paese dove il lavoro sia orientato verso un mondo verde, con economia circolare e dove tutti aiutano tutti. Vivrei nell’utopia di uomo migliore e non nell’epoca 1984, del grande fratello, dove chi ti insegue sta davanti a te e non dietro.

Troppe le leggi obsolete dovrebbero essere rinnovate e portate ai giorni nostri. Forse.

Siamo ancora rimasti al dopo guerra. Esiste la volontà di qualcuno a rimanere indietro dove non si dovrebbe e andare avanti verso dove non si deve.

Crescendo ti trovi di fronte le stesse cose che vedevi da piccolo, ma sta volta non stai lì solo a buttare lo sguardo ma impari ad osservare e criticare chi ti ha preceduto; chiedendoti il perché è stato fatto così e non diversamente.


B: respiro di sollievo. Quando torno a casa dei miei, mi ritrovo ad affrontare il tempo che passa. Un tempo che si è fermato. Per questo credo che l’unica via possibile è quella di fermarsi a pensare bene cosa posso fare io adesso per la mia famiglia e per i miei futuri figli. Credere nelle sfortune passate come se fossero fortuna per il futuro. Necessità di speranza ed ottimismo. Il mio bel paesello di provincia possiede spazi vuoti a volontà, con qualche cicatrice territoriale qua e là, ma tutto sommato dove poter correre immerso nella natura, posso aiutare mio padre in campagna, c’è sempre qualcosa da fare. Le olive e le mandorle da raccogliere, la vendemmia che ci da il buon vino e tante altre buone abitudini per la salute sia fisica che mentale.


A: perché non torna a casa dai suoi ?

B: troppe cose non vanno nel giusto verso e non avrei un futuro migliore ne per me, ne per la mia famiglia. È giusto viaggiare e fare esperienze. Mia madre mi ha messo al mondo e non al mio paesello. Mi piace però l’idea che un giorno, dopo la fine della mia guerra, ritorni a casa. La mia terra è piena di matti, matti veri e non economisti schizofrenici. Matti, in passato considerati sani di mente, perdono la testa, perché stanchi di vedere fatti storti e distorti da chi per anni ha voluto che le cose andassero nel verso sbagliato. Dalle miniere chiuse e sfruttate ad oggi per rifiuti tossici, alla strade di campagna ormai scomparse, da cui immense risorse sarebbero possibili, alle piccole attività seppellite dai mega centri commerciali, metà chiusi e metà utilizzati per riciclare denaro sporco. Le amministrazioni pubbliche, ormai colluse da tempo, dovevano attuare dei piani in linea con le caratteristiche dei territori. Seguire il territorio, la sua morfologia, il suo spirito. Tutto nel verso sbagliato, forse per coprire errori irreparabili ? Forse.

Dovranno passare anni ancora per chiudere il cerchio e finalmente capire cosa succede dietro le quinte di eccellenze, massoneria e colletti bianchi. Decisioni dall’alto che incentivano la monocultura e il cibo industriale.

A casa mia, senza andare troppo lontano, i miei nonni lasciarono un appezzamento di terra che ad oggi non è raggiungibile, se non a piedi o con mezzi comunque costosi che si adattano al terreno pendente ed instabile. Quella terra oggi, a male in cuore, non produce nulla. Le strade rurali, quelle che ci permettono di raggiungere la nostra campagna, stanno scomparendo. Seppellite dal tempo per una propensione all'abbandono verso nuove mete produttive.

Tantissimi proprietari terrieri, in tutto lo Stivale, negli ultimi decenni, presi dallo sconforto, hanno deciso di abbandonare la terra. Fino a sessant'anni fa esistevano motivazioni diverse che ponevano le condizioni, se pur estreme, di raggiungere le campagne da coltivare; forse oggi stanno tornando1.

Oggi in quello che osservo, constato la mancanza di risorse necessarie per ricostruire percorsi, anche pedonali, sono pochissime se non quasi nulle. Molti dei fondi strutturali non sono direzionati in questo senso. La maggior parte delle direttive provenienti dall'alto non è mai stata interessata alla coltivazione promiscua, facilitando cosi solo produzioni industriali e monocolture2.

Uno scenario dove l'economia locale ha sofferto e continua a farlo, arenandosi per far fronte a spese per strade inutili alla collettività ma necessarie per chi vive nei palazzi distanti costruiti per la maggior parte illegalmente ma poi sanate. Dalle modifiche ai P.R.G. (Piani Regolatori Generali) ad hoc per gli speculatori edili e politici della "mazzetta" si passa alla regolamentazione di zone dove si sente la mancanza di opere di urbanizzazione primaria e secondaria. Così, sono andati in fumo fondi comunali, provinciali e regionali. Il tutto viene concentrato verso spese per opere perlopiù mal realizzate. Opere incomplete che dilaniano il territorio, macchiandolo di cemento armato e inquinando l’architettura del paesaggio.

Non ci sono più soldi pubblici per gli investimenti dalla fine degli anni Ottanta. La presenza delle corporation3 ed i vittoriosi politici corrotti hanno svuotato le casse statali. Gli investimenti alla cultura sono quasi azzerati, le tradizioni rischiano di essere dimenticate4. Questo è lo scenario apocalittico dello stato di fatto.

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1 Sono molti i giovani, oggi, a ritornare alle lavorazioni rurali.

2 Bisognerebbe dare accesso alla terra a progetti virtuosi di agricoltura. Creando promiscuità alle terre coltivate.

3 [...] "Considerando che le società per azioni in agricoltura aumentano con preoccupante velocità; che tali società spesso agiscono a livello transfrontaliero e che il loro modello imprenditoriale è per lo più dominato dalla speculazione terriera piuttosto che dalla produzione agricola" [...] La questione fondiaria, la sua gestione e le norme urbanistiche sono di competenza degli Stati membri; [...] gli stessi devono prendere maggiormente in considerazione nelle loro politiche pubbliche la salvaguardia e la gestione dei terreni agricoli e la cessione dei terreni; [...] Risoluzione del Parlamento europeo del 27 aprile 2017 sulla situazione relativa alla concentrazione dei terreni agricoli nell'UE: come agevolare l'accesso degli agricoltori alla terra.

4 Il nostro Paese è fortunato da questo punto vista. Sono ancora tante le realtà vive e piene di spirito che portano avanti progetti culturali di interesse mondiale. Ma i paesi in via di sviluppo, ancora oggi, fanno fatica a combattere questa guerra contro le corporation.

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