Intervista a ... (parte III)

 

A: parla di mosse politiche di destra, di sinistra o del fare ?

B: del fare. Oggi non possiamo più parlare di destra, sinistra o centro ma di assalto al potere. [...]. Un calcio di destra. Un’azione politica prepotente, ipocrita, manipolatrice, accaparratrice e neofascista, che difende i poteri forti e le lobby, rappresentate perlopiù da avanzi di galera. Una classe che insegue una definizione di progresso obsoleta, avvantaggiando qualche appaltatore di mestiere. Rappresentano, per loro volontà, una buona parte di popolazione ancora razzista e ricca di falsi progressisti. Inseguono uno sviluppo non definibile, immaginario.

Se è il singolo votante a fallire nella scelta, perché condizionato o venduto, il sistema democratico adottato, cade. Il punto è questo: non possiamo definire un Paese democratico se il voto è condizionato da un sistema malsano; sono atti criminali che cancellano anni di storia politica e democratica. [...]

Tutto il mondo occidentale è stato caratterizzato dal capitalismo sfrenato come apice del potere assoluto sulle masse. I paesi in via di sviluppo con le guerre civili a volte mascherate da interessi globali. L’Italia, in questo schema, dalla fine della seconda guerra mondiale [...], impone il potere con una falsa democrazia e con falsi ideali. I piani di sviluppo sono stati sempre a vantaggio dei pochi. La commistione tra mafia e politica è stata una costante per lungo tempo1. All’apice, gentiluomini borghesi, con grandi capitali economici ma con un bassissimo capitale culturale. I classici imprenditori arricchiti dei nostri tempi che hanno rubato tempo e denaro a discapito di chi ha lavorato onestamente per tutta la vita. Chi ha saputo costruire castelli di sabbia per poi regalarci scheletri e aree dismesse, indebitando così le generazioni future di opere incomplete ancora sul libro paga delle banche. Perciò le chiedo: come faranno le generazioni future a vincere questa guerra in atto, a demolire questa idea di potere che ha inquinato e seppellito nei debiti il nostro Paese?

Il mio interlocutore a quel punto cominciò ad usare tutti i suoi 36 muscoli della faccia per intristirla. Spiazzato dalla domanda rispose con rabbia e sconforto allo stesso tempo.

A: [...] penso che la storia sia stata determinante nello spiegarci come dovrebbero andare le cose oggi. Ma per qualche assurdo mistero nulla cambia. La civiltà è nata quando il primo uomo decise di aiutare il prossimo senza chiedere niente in cambio. Possiamo quindi dedurre che oggi manca civiltà, umanità e apprensione. Manca la paura necessaria a dare allarmi in diversi fronti. È come mandare allo sfracello un intero esercito perché così ha deciso qualcuno dall’alto comando. Dovremmo scegliere tra i mali del nostro tempo quale sia quello minore.

B: sono felice di capire che lei sta dalla parte dei buoni.

A: beh! sappiamo quasi tutti da che parte stare per il bene collettivo. Ma quale è la parte giusta per il male minore secondo lei ? E poi: lei vota?

B: Si! Certo che voto. Dovremmo farlo tutti. Io so soltanto che scegliere una parte significa anche conoscerla e sapere esattamente con chi hai a che fare. In un mondo dove la verità è stata tradita dalla bugia è difficile distinguere il bene dal male. Di certo vedo le cose come vanno e basandomi sui fatti posso dire che ai margini si arriva, non si costruiscono prima. Ma se cosi fosse siamo arrivati in basso.

Personalmente avverto la pressione dalle multinazionali; perché di questo si parla. La nazione soffre, io soffro, sono stato travolto da questa logica malsana della grande impresa, la famosa corporazione.

Gli Stati oggi accolgono le multinazionali, sembrano aver preso gusto nel farsi colonizzare. Diventano cosi sempre più forti degli Stati stessi. La loro moneta è più forte, come le promesse di assunzioni. Bisognerebbe però capire di che tipo di assunzione si parla. Un dollaro al giorno per i bambini del terzo mondo ed un contratto da miseria per gli onesti lavoratori.

In Italia, la tassazione a persone e aziende si trova ai massimi storici e non sappiamo più quale festa inventare o adottare dall’America per aumentare la nostra domanda interna. Siamo in pochi a fare acquisti e in pochi a guadagnare decentemente. La disoccupazione è alle stelle, l’Ente Statale liquida sotto forma di comprensione sociale un tot dei tuoi versamenti sul tuo conto, ma solo per chi rispecchia i requisiti. Alcune aziende italiane, costrette dalla tassazione o dall’ingordigia, non assumono incentivando così il lavoro nero. Quest’ultimo porta una crisi maggiore, vista la posizione di debito che il nostro Paese riporta nei confronti delle banche. Banche che ormai, richiedono interessi più alti della norma e che a loro volta chiedono soldi ad altre banche creando altri interessi. Un cane che si morde la coda.

Non possono quindi essere i giovani a pagare gli errori del passato. Anzi, chi ai tempi ha creato questa bolla, adesso magari è in pensione anticipata e con i più alti premi pensionistici. Sono i pochi giovani lavoratori regolari e quindi in pochi a pagare le pensioni. Il giro continua all’infinito. Chi è saggio sa! Ma se ne va da questo Paese, messo in croce da una classe politica corrotta e collusa con le mafie locali e soprattutto globali.

Il fatto di esser caduti cosi in basso non ci costringe nessuno a prendere questa strada, se non migliora la nostra vita è poco utile farlo.

Ecco con chi sto! Sto dalla parte opposta di chi non sa quello che fa, se non per il proprio interesse personale.

B: Sai benissimo che a sbattere nel muro di gomma si ritorna indietro ? Cosa dovremmo fare quindi, come collettività per non tornare indietro?

A: Dobbiamo trovare la forza e il coraggio di ricostruire questo Paese, reinventarci, viaggiare, accontentarci di poco, fare esperienze, creare qualcosa, coltivare il nostro orto, piantare un albero, tornare un po’ bambini, imparare a divertirci con poco, giocare con i nostri figli, scioperare per la giusta idea, aiutare chi più ne ha bisogno, distribuire felicità e impegnarci costantemente per dare un senso alla nostra vita.

La guerra tra poveri lasciamola ai ricchi. Troviamo il modo di vivere con serenità e di aiutare di ancora non c’è l’ha. Una lotta va fatta, non con il nostro vicino di casa per il suo colore della pelle o perché ci ha fatto un torto, ma solo per i motivi che contano e che spesso cambiano veramente con le cose: la pace, la giustizia, l’equità, il diritto allo studio.

L’educazione è uno dei primi passi su cui partire. Non bastano scioperi organizzati per singoli episodi, che se pur utili a muovere la situazione, mancano di veri ideali politici. Chi non conosce la storia è destinato a ripeterla.

[...]

“L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo. È grazie all'istruzione che la figlia di un contadino può diventare medico, il figlio di un minatore il capo miniera o un bambino nato in una famiglia povera il presidente di una grande nazione.” Nelson Mandela


1 Ad oggi aspetto ancora di conoscere i veri responsabili delle stragi umane e delle stragi territoriali. Parlo di territorio perché è li che oggi sono presenti i potenti e le mafie. Speculazione e corruzione su ogni campo. Storicamente potrei elencare infinite pagine che parlano di questo, ma il periodo più nero lo raccontano i lavoratori onesti che hanno vissuto tra gli anni 50’ e 70’. Il fatto che più mi ha colpito è il sacco di Palermo. Accadeva 60’ anni fa. Siamo a Palermo nel 1959, vengono abbattute le ville liberty di Via Libertà. Colpa di una generazione politica corrotta che ha sposato la mafia per lungo tempo. Atti terrificanti, peste culturale. Il sacco di Palermo per la precisione consiste in una serie di fatti che includono l’abbattimento di tutti gli edifici liberty ottocenteschi. La bellezza a discapito di qualche azienda collusa che aspettava l’appalto per qualche nuovo palazzo da costruire. Architetti del male. In prima fila però una particolare tipologia di mafia nata tra la povertà, gente che lavorava nei campi per sopravvivere, sfruttati da latifondisti. Totò Reina e Bernardo Provenzano da piccoli si trovavano tra i poveri, coltivando nel tempo rabbia e ignoranza. La nuova generazione di mafia, la più cattiva mai esistita. Collusi con la politica italiana danno il via al sacco di Palermo eleggendo i “super sayan” della mafia di nuovissima generazione: Vito Ciancimino e Salvo Lima. In 6 anni hanno rilasciato 4200 licenze edilizie, l’ 80 % dei quali a cinque persone. Intervengono pesantemente tramite varianti del Piano Regolatore che condurranno alla rovina di via Libertà cancellando così dalla storia anni di cultura urbanistica e architettonica della città. Diventa un virus che ricopre i territori di tutta l’Italia di atti folli e incoscienti. Questo e solo un esempio di quello che avviene in Italia con più o meno evidenza anche altrove. Come non possiamo guardare avanti e vedere tutto in maniera diversa ? Ad oggi cambia poco; non potendo più speculare magari su Piani di Edilizia Economica e Popolare, speculano sul turismo, sulle droghe, sull’eolico o sui Fondi destinati all’agricoltura.

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