MALEDETTI ARCHITETTI

Nel mondo delle congreghe di architetti, non si faceva solo a gara, c’era anche la competizione, strettamente intellettualistica , delle teorie. Ed ecco quindi nascere un nuovo fenomeno senza precedenti. Capostipite di costoro era Sant’ Elia, con i suoi visionari edifici di una Milano del futuro, ch’egli aveva disegnati in ogni dettaglio negli anni anteriori alla guerra. Ma Sant’ Elia, che in guerra morì, non era nulla in confronto al divo del mondo artistico parigino, Le Corbusier. Nativo della Svizzera, Le Corbusier era un intellettuale razionalista. L’istinto di Le Corbusier era la conventicola.
Ben presto il giovane artista dovette aggregarsi a un “movimento” , a una scuola, a un “ismo” – vale a dire a una consorteria  (Nel mondo medievale, associazione per la tutela di interessi comuni. 2 (spreg.) Gruppo di persone che agisce con lo scopo esclusivo di favorire gli interessi dei propri aderenti;) o accetta di far parte o sottoscrive i codici e le teorie. Le Corbusier si mise in tandem col suo amico Amèdèè Ozenfant – e fu il Purissimo. Le case che progettava le chiamava “macchine per abitare”. L.C. viaggiò in Germania e Olanda ed era ben noto a tutti i convegni, congressi, simposi e tavole rotonde.  Il suo "Vers une arhitecture" divenne subito un testo sacro. Nei suoi progetti non era consentito al cliente di apportare modifiche, bisognava accettare le forme da loro imposte. Nel 1925 l’appaltatore Frugès, commissionò a L.C., alcuni alloggi popolari a Pessac, presso Bordeaux. Era assai arduo trovare lavoro ammenochè non ci fosse un governo – di solito socialista che dicesse : abbiamo bisogno di dare un nuovo aspetto all’ambiente,e voi potete darglielo. Ecco i soldi fate quello che vi pare. Ciò avvenne nel 1927:
Nacque la concezione di città planetaria: stesse forme, stessa dimensioni, stesse funzioni distribuite nello spazio. Questo tipi di città spense le nozioni di identità culturale e di adattamenti all'ambiente umano del passato. 
La suddivisione del territorio in zone ordinò rigorosamente i settori del lavoro, del tempo libero e della circolazione.
Molti approcci risultarono prevalenti nella disciplina e informarono profondamente l'elaborazione degli urbanisti italiani: non solo quella delle scuole più razionaliste, ma anche quella di matrice più organica, che, pur attenta ai caratteri morfologici e culturali, trascuravano spesso le significanze naturali degli ambiti da progettare.
 2001, Maledetti architetti. Dal Bauhaus a casa nostra, Tom Wolfe 

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